Il popolo viola visto da Berlusconi nei file Wikileaks

-di Federico Mello-

Anche il No B. Day e “Internet visto da Silvio Berlusconi” sono finiti nei cablogrammi di Wikileaks: “Su Internet ci vuole più controllo” dice B. all’ambasciatore Usa. Ricapitoliamo: esattamente un anno fa si celebrava la vigilia del No B. Day – domani per l’anniversario a Roma è in programma una convention con Di Pietro, Vendola e altri. Lo scorso anno, la prima mobilitazione organizzata su Facebook fu una scommessa che, vista la partecipazione, si rivelò vincente. Ma una settimana dopo, il 13 dicembre, il quadro politico-mediatico venne stravolto dall’aggressione a Silvio Berlusconi in Piazza Duomo a Milano. Dalla maggioranza di governo partirono accuse sguaiate contro “il clima d’odio” che aveva armato la mano di Tartaglia; nel mirino finirono giornalisti, i viola e persino Internet che “andava messo sotto controllo” perché alcuni utenti Facebook avevano inneggiato online all’aggressore. Ora, come svela un documento selezionato dal Guardian tra l’enorme quantità di dati pubblicati da Wikileaks, anche il No B. Day finì al centro di un confronto tra l’ambasciatore americano a Roma David Thorne e Silvio Berlusconi. “In risposta ad una domanda dell’ambasciatore sul ruolo di Internet – recita il dispaccio redatto dopo un incontro del 30 dicembre–, Berlusconi ha dichiarato: ‘È importante per la libertà’”. I nuovi media, continua la nota “e in particolare Facebook sul quale è stata organizzata la manifestazione nazionale ‘No Berlusconi Day’ e che continua ad ospitare pagine come ‘Kill Berlusconi’, hanno irritato il governo italiano, ma il primo ministro dice che l’evolversi dei media è fondamentale per il futuro e per preservare la libertà”. Non finisce qui: “Berlusconi crede che ci sia bisogno di più controllo per prevenire l’uso più estremistico di Internet”. Dopo quel periodo, guarda caso, numerose proposte sono state presentate dal governo per esercitare una qualche forma di controllo sulla Rete. Per ora nessuna è passata. E anche noi possiamo accedere liberamente ad ogni sito, compreso Wikileaks.

Federico Mello – Da Il Fatto Quotidiano 4 dicembre 2010

 

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